martedì 24 febbraio 2015

Le piante officinali

Nella nostra azienda il ruolo da padroni la fanno sicuramente gli asinelli, ma degne comprimarie sono le piante officinali.
In questo periodo invernale i campi sono a riposo, nell'attesa che la primavera porti con se il risveglio della natura. Ne approfitto allora per presentarvi le nostre colture speciali! 
Le piante officinali sono un eterogenero gruppo di vegetali che vengono, in qualche modo, utilizzate dall'uomo. Comprendono tre sottogruppi: le piante medicinali, le aromatiche e quelle denominate "da profumo", e ogni specie può appartenere contemporaneamente a più gruppi. L'esempio classico è la lavanda angustifolia, utilizzata per le proprietà digestive e rilassanti, per quelle aromatizzanti e per l'olio essenziale profumato.


Affinchè le piante esprimano al meglio le loro potenzialità, devono essere coltivate nei luoghi più indicati per ciascuna di esse: terreno, clima, altitudine, esposizione e molti altri fattori, oltre alle caratteristiche genetiche delle erbe stesse, influenzano notevolmente lo sviluppo dei principi attivi.
La raccolta deve essere effettuata nel momento della stagione e della giornata in cui è massimo lo sviluppo dei principi attivi, che viene comunemente denominato periodo balsamico. Inoltre, solo alcune parti della pianta devono essere raccolte, quelle in cui è massimo l'accumulo delle essenze e degli aromi: così, mentre della lavanda si raccolgono i fiori, della menta si utilizzano le foglie, dell'echinacea le radici, della rosa canina le bacche, ecc. L'organo della pianta con queste caratteristiche viene chiamato, in gergo tecnico "droga": un termine che fa subito pensare a qualcosa di negativo, ma che in questo caso indica esclusivamente la parte della pianta più interessante a livello di principi attivi.


Infine, per completare al meglio la filiera produttiva, l'essicazione deve essere svolta in modo accurato: negli anni abbiamo messo a punto un metodo di essiccazione che preserva al meglio tutte le nostre piante.


Ma come può un occhio non esperto capire se un prodotto è valido? Per prima cosa bisogna controllare l'etichetta: la stragrande maggioranza delle erbe officinali in commercio in Italia proviene dall'estero, in particolare dall'estremo Oriente, dall'America Latina e dall'Europa dell'Est, e si tratta perlopiù di specie provenienti da raccolta spontanea. In questi paesi, tuttavia, le norme in vigore riguardante la raccolta sono meno severe che in Italia, e il rischio che il prodotto sia poco pregiato è altissimo. Quindi innanzitutto preferite le aziende che coltivano in Italia. E per scegliere fra i prodotti di queste ultime,guardate il colore, e se possibile annusatene l'odore: se in un preparato per tisana o per cucina non si riconoscono più foglie e fiori, se il colore non è lo stesso della pianta fresca (naturalmente meno lucido a causa della diminuzione dell'acqua nel prodotto secco, ma comunque la tonalità deve essere la stessa: guarda la malva qua sotto, la prima immagine ritrae i fiori freschi appena raccolti, la seconda quelli essiccati prima che siano confezionati), se insomma vi sembra tutto un po' poco invitante... beh, molto spesso è davvero così, perchè probabilmente qualcosa nella filiera non è stato fatto in modo ottimale, quindi lasciate perdere e rivolgetevi altrove!



Se il mondo delle piante officinali vi interessa, consultate il nostro sito www.asinodellago.it e in particolare le pagine de La linea officinale: troverete tantissimi prodotti per tutti i gusti!
E tu sei un consumatore di tisane o di aromi in cucina? Raccontami la tua esperienza nei commenti o sulla nostra pagina FaceBook!
Alla prossima!

lunedì 16 febbraio 2015

Un asino per Amico: come conquistare la sua fiducia

L'asino è sempre stato considerato un animale testardo, spesso addirittura "cattivo", imprevedibile, sempre pronto a mordere o scalciare. Nulla di più falso...
Certo, tutto dipende da come viene trattato: molto spesso vediamo asini in mezzo a un gregge di pecore o capre al pascolo, oppure solo in un prato. Il proprietario va a riempirgli il secchio dell'acqua una o due volte a settimana, senza fermarsi a fargli coccole e carezze.
Con queste premesse, come è possibile che l'asino, nel momento in cui si avvicina all'improvviso una persona, non la percepisca come un pericolo? Certo, non si può prendere questo asino, mettergli un cane che gli corre intorno abbaiando e un paio di bambini urlanti che cercano di saltargli sulla schiena, e pensare che si lasci fare tutto senza battere ciglio. Ricordiamoci che l'equino è una preda, e che quindi, etologicamente parlando, è portato a essere diffidente verso le situazioni che non conosce!
E' necessario che si abitui alle persone, che capisca che non c'è nulla da temere, che è al sicuro.


Una delle cose che più stupisce chi viene a trovarci in fattoria è il buon carattere dei nostri asini. Le frasi che sento ripetere più spesso sono:
"Ma questi sono buoni, non sono come quello dello zio (nonno / vicino di casa / ecc.)!"
"Ma davvero non scalciano?"
"Ma davvero non mordono?"
"Ma come sono coccoloni!"
 

I nostri asini non sono animali diversi da tutti gli altri. Ciò che rende il loro comportamento differente da quello dell'asino lasciato solo al pascolo di cui abbiamo parlato sopra, è il fatto che noi abbiamo un rapporto quotidiano con i nostri animali, e loro sono abituati ad averci intorno, a farsi coccolare e portare in giro. Non si spaventano se un cane impaurito si mette ad abbaiare, o se un bambino curioso corre loro incontro schiamazzando. Ma tutto ciò non si ottiene da un giorno all'altro. E ' il frutto di un rapporto costruito giorno dopo giorno, che va calibrato in funzione delle caratteristiche di ogni singolo animale, un percorso che sarà più semplice se l'asino non ha un passato difficile, e più lungo e complicato se invece ci sono paure da superare.
Come fare? Fondamentalmente con molta pazienza. La stessa proverbiale pazienza dell'asino!
Dovete costruire un ottimo rapporto con il vostro amico orecchie-lunghe. Averci a che fare tutti i giorni, magari più volte al giorno. Portargli da mangiare, pulire il suo box, strigliarlo e coccolarlo. Giocare con lui e farci quattro chiacchiere.

Come quattro chiacchiere?!?! Quattro chiacchiere con un asino??? Sì certo! Quanti di noi parlano con il cane o il gatto di famiglia? Quasi tutti quelli che ne hanno uno a casa. E ci viene assolutamente normale! E allora perchè non parlare anche con l'asino? L'animale imparerà rapidamente a riconoscere la nostra voce, a percepire le inflessioni del nostro tono, a capire in un attimo se siamo felici o nervosi. Vi sentirà arrivare da lontano, e al vostro richiamo vi correrà incontro. E imparerà a distinguere il suo nome da quello degli altri animali, equini o no, che vivono con lui. (Credetemi, imparano il loro nome, proprio come i cani!)
Un asino fiducioso sarà un asino coccolone, paziente, amico. Guardate questa foto: cosa può esprimere più fiducia completa da parte di un erbivoro-preda, che lasciarsi prendere la testa e farsi coccolare mentre sta sdraiato rilassato? E guardate l'espressione da "brodo di giuggiole da coccole"!!!


E voi, che esperienze avete avuto con gli asini? Arricchiamoci confrontando le nostre esperienze: commentate qua sotto, oppure sulla nostra pagina Facebook!
Alla prossima!

lunedì 9 febbraio 2015

Latte d'asina e alimentazione: allergie e intolleranze

Secondo studi europei e americani, l’allergia alle proteine del latte vaccino interessa principalmente l’infanzia, coinvolgendo circa il 3% dei bambini di età inferiore ai 3 anni e rappresentando la più frequente allergia alimentare del lattante. Benché la maggior parte di questi bambini acquisisca la tolleranza entro i 5 anni, il 15% dei pazienti mantiene l’allergia anche nella seconda decade di vita e il 35% di essi presenta reazioni allergiche anche ad altri alimenti. La terapia risolutiva consiste nella totale eliminazione dalla dieta del bambino delle proteine del latte vaccino: il latte e i suoi diretti derivati, tutti quegli alimenti che lo comprendono fra gli ingredienti, oltre ad alcuni farmaci. Quando il bambino viene allattato esclusivamente dalla madre, la cura non presenta sostanziali problemi. Nel caso il latte materno non sia disponibile o sia insufficiente, si rende necessaria la scelta di una formula alternativa ipo-allergenica, nutrizionalmente soddisfacente e, considerata l’età dei pazienti, caratterizzata anche da buona palatabilità.
Al momento non esiste la formula ideale, e non vi è consenso internazionale su quale debba essere la prima scelta nella terapia, ma il latte d’asina, con la sua estrema somiglianza con il latte umano, può essere una valida alternativa.
I bambini non sono però gli unici destinatari del latte d’asina ad uso alimentare: studi condotti con challenge in doppio cieco hanno coinvolto anche gli adulti, al fine di verificare l’ultilizzo di questo latte nella prevenzione di osteoporosi e di malattie cardiovascolari e artriosclerotiche.



Oggi le problematiche alimentari sono molto più diffuse rispetto al passato, ma è fondamentale sapere che tipo di risposta provoca il latte nel nostro organismo e quale parte di questo alimento è dannosa.
Sostenere di "essere allergico al latte" vuol dire tutto e niente: sei allergico veramente o sei intollerante? Sai la differenza? E' un problema di lattosio o di proteine?
Volendo estremamente semplificare l'argomento, possiamo dire che se un bicchiere di latte provoca una corsa in bagno, molto probabilmente si soffre solamente di intolleranza, e altrettanto probabilmente il problema è rappresentato dal lattosio. Il lattosio, il cosiddetto zucchero del latte, è uno elemento composto che per essere digerito necessita dell'intervento della lattasi, enzima che ne permette la separazione nei suoi due componenti semplici. Tutti i cuccioli delle specie mammifere (uomo compreso) sono in grado di digerire il latte, ma non lo sono tutti gli adulti: questo avviene quando il corpo smette di produrre l'enzima lattasi e di conseguenza non è più in grado di scindere il lattosio. Questo è il motivo per cui spesso chi è intollerante al lattosio è in grado di mangiare senza problemi yogurt e formaggi stagionati, nei quali il lattosio è già stato separato dalle reazioni di fermentazione e stagionatura.

 
Chi invece soffre di vera e propria allergia al latte, spesso deve fare una corsa all'ospedale. L'allergia provoca nell'organismo sensibile l'intervento delle immunoglobuline, e si manifesta con reazioni differenti in funzione della gravità dell'allergia e della risposta immunitaria. Si va dai rush cutanei alle vere e proprie crisi respiratorie, passando per un'infinità di altri sintoi, e nei casi più gravi si arriva anche alla morte.
Studi del CNR hanno rivelato che la particella che più probabilmente causa allergia è la caseina. Ecco perchè il latte d'asina, poverissimo di questa proteina, sembra essere un'ottima alternativa per chi è allergico al latte bovino, mentre non è assolutamente indicato per gli intolleranti al lattosio, perchè ne è ricchissimo, molto più del latte di vacca! Quindi attenzione: il latte d'asina può essere molto utile in varie occasioni, ma non è la panacea di tutti i mali.



Per saperne di più consulta la pagina dedicata al latte d'asina sul sito www.asinodellago.it. Ma mi raccomando, prima di procedere all'utilizzo del latte d'asina consulta un medico, soprattutto se si tratta di bambini. Questo articolo ha uno scopo puramente informativo e non si intende in nessun caso sostitutivo del parere di un medico!!!

mercoledì 4 febbraio 2015

Promozione di San Valentino!!!

SUPER OFFERTA di SAN VALENTINO!!! 
Anche quest'anno San Valentino si avvicina e con esso si fa pressante la ricerca di un pensiero da regalare alla nostra dolce metà.
Quest'anno regala qualcosa di prezioso e delicato, qualcosa che ogni mattina regalerà alla tua lei un dolce momento di benessere, una coccola per il viso o per il corpo.
Come partecipare?
La promozione è attiva su Facebook e su questo blog. Per partecipare tramite questo canale iscriviti come lettore fisso al blog, lascia un commento sotto questo post e avrai diritto a uno sconto del 20% su tutti gli acquisti superiori ai 15,00€ della linea Coccole di Cleopatra effettuati tra oggi e il 14 febbraio. A questo punto potrai scegliere i prodotti che ti interessano sul nostro sito www.asinodellago.it alla pagina "La linea cosmetica" e ordinare con una mail a info@asinodellago.it, ricordandoti di citare la dicitura "promozione di San Valentino" per avere diritto allo sconto.
E se fai un acquisto superiore ai 50,00€ avrai in regalo anche una bellissima confezione artigianale che conterrà i tuoi prodotti!!



Le spese di spedizione sono escluse dalla promozione, ma c'è anche la possibilità di ritirare gratuitamente quanto ordinato presso la nostra azienda agricola.

Puoi partecipare all'offerta anche tramite Facebook: ti basta cliccare "Mi Piace" sulla nostra pagina aziendale e condividere il post con la promo sul tuo profilo. 
San Valentino si avvicina: approfitta di questa promozione per fare un regalo speciale!!!

lunedì 2 febbraio 2015

10 cose da sapere prima di fare dell'agricoltura il tuo lavoro

La vita cittadina stressante, l'economia che non va, tanti fattori insieme... e tutti sognano di andare in campagna a fare i contadini, magari aprire un agriturismo, e vivere felici e contenti nella natura. Beh... l'immagine bucolica che si ha in televisione è quanto di più distante dalla realtà.
Vediamo le prime 10 cose che dovete sapere prima di buttarvi in questa avventura.
  1. Fare dell'agricoltura una professione non è come coltivare un orticello per il tuo consumo famigliare. Togliti dalla testa che basti avere il pollice verde nel giardino di casa per avere successo in questo lavoro. Quello era un hobby, questa una professione. Sarebbe come dire che, siccome hai costruito tutto da solo una fantastica cuccia per il cane di famiglia, puoi buttarti a capofitto nella progettazione di una casa. Senza adeguati studi ed esperienze alle spalle.
  2. Se l'agricoltura deve essere una professione, è necessario che sia economicamente remunerativa. E lavorando in questo settore non è semplice. Non pensare di poter vivere sui contributi: il tempo delle vacche grasse è passato per tutti.                                                              
                                                
  3. Cerca di abbreviare il più possibile la filiera. Pensa a quanto costa un kg di zucchine dal fruttivendolo. Ora immagina i costi per l'acquisto dei semi, dei fertilizzanti e di quanto necessario alla loro crescita, di dover lasciare margine di guadagno al rivenditore (che è mediamente la metà del prezzo di vendita al cliente finale). Ecco quanto guadagnerai per ogni chilo di zucchine. Eliminate tasse, costi di gestione in campo, eventuale manodopera nei periodi di raccolta, spese fiscali come quote d'iscrizione a un'associazione di categoria che vi seguirà anche dal punto di vista fiscale. Eliminate costi di carburanti, quote di ammortamento delle strutture e delle attrezzature che dovrai acquistare (mi sento ottimista quindi considereremo che i terreni sui quali lavorerai siano di proprietà tua o di qualche parente che te li darà in gestione gratuitamente). Se venderai ai mercati contadini, considera anche i costi delle piazze e delle iscrizioni ai vari circuiti che organizzano queste manifestazioni. Hai fatto? Ecco, ora calcola quanti chili di zucchine dovrai coltivare per guadagnare qualcosa. Hai spazio, tempo, energie per coltivare tanto così?
  4. A causa di quanto detto nel punto 3, ricorda che dovrai prevedere un budget iniziale per l'aquisto del minimo indispensabile necessario a cominciare il lavoro.                                                                                                                                             
     
  5. Sempre a causa del punto 3, ti servirà un'infarinatura (se è un po' di più di una vaga idea è meglio) di economia per farti due conticini e capire in che direzione stai andando.
  6. Sarai sempre in balia del tempo: una stagione particolarmete piovosa, una primavera che tarda ad arrivare, un inverno troppo mite e senza neve, una grandinata improvvisa... tutto ciò limiterà notevolmente la tua produzione. E siccome si sta parlando della tua principale risorsa economica, sappi che dovrai trovare un nuovo modo per arrivare a fine mese.
  7. Valuta seriamente l'idea di rivolgerti a un tecnico specializzato che ti segua nel tuo lavoro, anche solo come consulente nelle fasi più critiche. Questa figura poco conosciuta ma fondamentale per avere successo in agricoltura, si chiama agronomo. Non un biologo o un naturalista. No, un agronomo. Uno che studia 5 anni all'università per formarsi, fra lezioni in aula e tirocini pratici, che si iscrive a un albo e che è obbligato a tenersi costantemente in aggiornamento. Mica uno improvvisato! Perchè se mai penseresti di poter fare a meno dell'aiuto di un medico per stare in salute e risolvere i vari problemi di salute, se il veterinario è indispensabile per la cura dei tuoi animali, se l'ingegnere è necessario per progettare una casa.... per quale strano, assurdo e incomprensibile motivo puoi pensare di svolgere la tua professione agricola senza la consulenza di un agronomo???? Se non sei ancora convinto, ripensa all'esempio del punto 1. E' vero che dovrai pagarlo, ma è altrettanto vero che la consulenza di un professionista potrà aiutarti ad evitare di commettere errori che ti porterebbero al fallimento ancora prima di partire.                                                                                                                               
                                                    
  8. Prima di lanciarti nell'idea di aprire un agriturismo con ristorazione, sappi che prima dovrai avere un'azienda agricola che funzioni, e che il ristorante dovrebbe essere solo una delle varie possibilità che puoi avere per incrementare il reddito, e non la principale. Non entro qui in merito dei regolamenti perchè sono abbastanza complessi, ma tieni a mente che non stai aprendo un semplice ristorante. Altrimenti apri quello, non un ristorante agrituristico.
  9.  Multifattorialità: ci sono tantissimi modi di aumentare il reddito in agricoltura che vanno dal ristorante agrituristico, alle camere, alle attività legate al turismo, all'agricamping, alle fattorie didattiche. Tutto questo però ha un costo anche burocratico, oltre a quello proprio della realizzazione, e ci sono dei corsi che dovrai seguire.
  10. A proposito di corsi... quasi dimenticavo! A meno che tu non abbia una laurea in agraria, per poter essere riconosciuto come imprenditore agricolo sarai obbligato a seguire un corso che ti darà una seppur minima preparazione di base.

Sei ancora convinto che l'agricoltura sia la tua strada? E allora forza, lanciati in questa nuova avventura! E buona fortuna!